episodio 3. 2046

cara matilde,

sono tornato in questo momento dal mio viaggio in marocco. ho ancora gli occhi pieni del colore rosso delle rocce dell’atlas, sento ancora il silenzio delle dune nel deserto, il sapore del ghiaccio sulla cima del toubkal e il profumo dell’oceano a essaouira. è in questa terra che sono nato. ti ho raccontato che i miei genitori vivevano in marocco quarant’anni fa, quando in un mattino d’inverno dell’anno 2006 sono venuto alla luce.

al ritorno dal mio viaggio, mi è successo di imbattermi nel vecchio podcast di mio padre. nei avrai forse sentito parlare, a quei tempi la gente teneva questa specie di diari, che si chiamavano podcast, e li metteva su internet. si, la vecchia internet, non la rete neuronica che usiamo noi, ma la vecchia internet, fatta di cavi di rame e qualche antenna. pensa che allora servivano i computer per comunicare tra le persone! fa impressione pensarci oggi. comunque, la vecchia rete è ancora attiva: ci sono in giro degli smanettoni nostalgici che mantengono attivi i vecchi router e la rete continua a pulsare. avendo trovato questo podcast, mi sono immerso in quest’atmosfera inizio millennio, un po’ retrò, e ho deciso di accendere il computer, attivare la connessione ad internet e mandarti una mail. lo so che ti farà sorridere, ma stasera mi stacco dalla rete neuronica e torno alla vecchia internet, per la gioia di quei pazzi che tengono ancora in funzione l’infrastruttura …

mi tuffo nei primi anni del 2000, torno indietro al 2006 e penso a come doveva essere il mondo allora, quando sono nato io. penso a come dovevano essere i miei genitori, a quello che vedevano intorno a loro, in quegli anni in cui il mondo iniziò a cambiare cosi rapidamente.

se non sbaglio agli inizi del 2000 gli stati uniti erano ancora un paese ricco, forse allora erano addirittura una delle prime potenze mondiali! assurdo pensarci oggi. quando vediamo tutti quei bambini statunitensi che non hanno accesso ai servizi di base, dall’educazione alla sanità, e tutti quei disperati senza lavoro, che emigrano in paesi lontani, lasciando i propri affetti e cose più care, solo per trovare pane e libertà. quanti americani si imbarcano sui quei voli charter della speranza, guidati da trafficanti spregiudicati che mettono a rischio la loro vita in una disperata traversata dell’oceano. ammassati come animali, dopo un viaggio allucinante in cui hanno investito tutte le loro risorse, arrivano sulle coste della cina, in cerca di lavoro e di una terra che garantisca un po’ di benessere. ahimé, spesso trovano più sofferenze che a casa loro. la cina non è affatto il paese della cuccagna anche se è indiscutibilmente la provincia più ricca del pianeta.

Il podcast di mio padre mi ha fatto venire in mente che nel 2006 c’erano ancora le Nazioni, in pratica l’equivalente delle nostre province attuali, solo che ogni provincia aveva un governo a parte e non c’era, come oggi, il Governo Planetare. Era un po’ come se per esempio oggi i cinesi votassero solo per il governo della provincia cinese, i russi solo per la russia, gli europei solo per quella europea, ma che dico, gli italiani solo per l’italia e i tedeschi per la germania! insomma… ti immagini che confusione? Credo che i vari governanti allora passassero gran parte del loro tempo a cercare di convincere i propri elettori locali per farsi eleggere in una provincia, o nazione come si chiamavano allora, e poi però nel pianeta non potessero fare molto. Insomma, da una parte c’era un’economia già sviluppata a livello planetario (allora si parlava di globalizzazione), ma poi non c’era ancora un sistema politico corrispondente, e ogni governo locale si affannava a trovare improbabili soluzioni locali per complessi problemi globali.

Addirittura a quei tempi mussulmani, cristiani e ebrei si facevano ancora la guerra. Immaginati che allora non c’erano i Templi come oggi dove tutti vanno a pregare secondo la propria religione, ma c’erano Templi diversi per ogni religione!! I cristiani li chiamavano chiese, i mussulmani moschee e gli ebrei sinagoghe. questa separazione era durata millenni e non c’era stata la famosa apertura storica dei primi del duemila, quando in piena crisi mondiale, con gli integralisti fanatici che rischiavano di prendere il sopravvento, il Papa fece quel gesto che oggi ci sembra scontato ma che allora fu veramente rivoluzionario: aprire le porte di San Pietro ai mussulmani per pregare durante il mese sacro di ramadan! Pensa allora cosa deve essere stato… mussulmani e cattolici che pregano insieme. allora c’era al massimo un freddo e distaccato rispetto tra le religioni, quando proprio non si facevano la guerra. di pregare insieme non si poteva parlare, di discutere insieme i testi sacri, impossibile. S. Pietro, la Chiesa per i cattolici, aperta ai mussulmani con tanto di tappeti in terra e mehrab ad indicare la direzione della mecca. Fu questo gesto che ruppe il gelo tra mussulmani e cristiani, tutto il resto venne dopo. ricordi? i fondamentalisti persero progressivamente consenso, il papa fu invitato a pregare nella moschea di gerusalemme e si apriorono spazi di dialogo impensabili prima. si cercò un terreno comune fra tutte le religioni partendo dalla preghiera, ci si ricordò che nella preghiera siamo davanti a Dio solo donne e uomini. tutto il resto è un dettaglio, una decorazione storica: può durare millenni se la teniamo mummificata, ma poi un giorno si sfalderà al vento e ne resterà soltanto la polvere.

Quando ripenso a tutti questi cambiamenti, mi domando che mondo vedrà mio figlio fra 40 anni, che mondo vedrà alla fine del primo secolo del secondo millennio? Esisterà ancora la rete neuronica? Esisterà ancora il Governo Planetario? Esisteranno ancora le religioni? Oggi, nel 2046, non so proprio immaginarmelo.

abbi cura di te.

pietro