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[video]l’apece

giorni fa il nostro impianto elettrico ha fatto pum! pare che si sia bruciato un cavo sotto terra, troppo piccolo per reggere il nostro carico. non chiediamoci perchè il contatore e i fusibili non si sono lamentati mentre il cavo che arriva dalla centrale si, diciamo che almeno ho salvato i fusibili 😉 la compagnia elettria è venuta però subito e dopo mezz’ora appena aveva già identificato il guasto e reso nagibile l’ingresso di casa.

buca

a parte l’incoveniente di dover volare per entrare in casa (che seccatura ogni volta dover tirare fuori le ali e spiccare il volo ad almeno ad un metro dal suolo), ho scoperto che i cavi sono interrati direttamente a contatto con la terra, nelle giunture stanno racchiusi in uno scatolotto di metallo sigillato con la pece. la pece… quella delle favole che racconto a pietro. e chi l’aveva vista mai, prima solida, poi fatta bollire sul fuoco e infine colata sui cavi? quasi quasi mi sono commosso respirando la nube tossica che si è generata mettendo sul fuoco l’orrenda sostanza. pietro da parte sua ha imparato una parola nuova. quasi giusta.

sogno o son connesso?

viaggiando spesso, capita di vedere tanti hotel, in tanti paesi diversi. spesso decenti, sobri, raramente di lusso (ma non troppo), soprattutto nelle mie vite precedenti. sempre c’è una lista di cose che non vanno o che potrebbero essere migliori. una lista di desiderata che vorrei sottoporre al direttore per dargli qualche consiglio su come far diventare il suo hotel il posto dei miei sogni (non ci vuole molta fantasia per immaginare che la lista in realtà resta nel segreto del mio cuoricino…). beh, oggi a bangalore sono finito nella migliore approssimazione dell’albergo dei miei sogni. in ordine sparso: camera grande ma non troppo, bagno pulito e funzionante con doccia che getta acqua in basso e non sul muro, servizio colazione/pranzo/cena solo in camera (buono ma un po’ pesante il passato di aglio agli spinaci), piccola cucina (!), lettore DVD con schermo al plasma (!!) e connessione a internet wi-fi 1M inclusa nel prezzo e illimitata (!!!).

hotel daffodils

e c’è pure una botteguccia qui davanti che vende tutte le cose che mi scordo sempre (schiuma da barba, dentifricio e/o spazzolino, etc…).

mancherebbe giusto una birretta, ma se il 53% delle donne americane è disposta a stare senza sesso pur di avere una connessione ad internet, potrò ben resistere io qualche giorno senza birra, no? non lamentiamoci, intanto son connesso.

brutti tempi

non era il monsone che ha portato la pioggia, era nisha, il ciclone tropicale che si è abbattuto sulle coste orientali dell’india, a pochi chilometri da casa nostra. il ciclone è stato forte ma non devastante, anche se molta gente è stata sfollata in scuole e luoghi pubblici per prevenzione. molti hanno perso la casa e hanno comunque difficoltà a procurarsi cibo e beni di prima necessità. il governo sembra stia rispondendo, ma intorno a noi c’è tanta gente senza nulla. il promenade, la passeggiata lungo il mare di pondicherry, ieri appariva cosi’.

purtroppo non è l’unica brutta notizia oggi in india. a bombay, gruppi armati hanno affettuato un attacco coordinato in vari luoghi della città: due hotel di lusso, la stazione e un ospedale. un centinaio di morti, diversi stranieri in ostaggio è il bilancio parziale. lo stato indiano ha dichiarato che tratterà la faccenda con strategie di guerra. non stupisce troppo una cosa del genere a bombay, una città dove la criminalità organizzata si è sempre mostrata la vera padrona di casa. nel suo “maximum city”, suketu mehta racconta di gruppi sostanzialmente pronti – materialmente e psicologicamente – a far scoppiare disordini e attacchi da un momento all’altro. il caso più famoso sono stati i massacri del 92, ma da allora tutto può ri-accadere, da un momento all’altro. e quando in giro c’è gente pronta ad ammazzare, prima o poi finisce che un nemico se lo trova.