ma chi cazzo mi pensavo di essere, fenoglio? adesso la pianto e mi metto a scrivere un po’ in italiano. concentro qui quelle croste di narcisismo che non riesco a togliere dalla mia pelle. mi sono impegnato ad eliminarle da altre parti della mia vita, ma qui le lascio stare. è un po’ come uno che dichiarando di voler smettere di fumare assicura: “smetterò di fumare in tutte le stanze della casa tranne il cesso”. bella forza, e la chiamerebbe determinazione questa. no, siamo d’accordo. non ci assomiglia neppure. eppure…
è che non può essere sempre tutto uguale, per quanto bello si possa essere convinti che sia. un paradiso tropicale, dopo un po’ è solo un incubo di umido e zanzare. se si fanno i fuochi d’artificio tutte le sere per una qualunque festa di una qualunque divinità non sarà mai festa vera. se si mettono sempre tutte le spezie in ogni piatto fino a renderlo piccante che ti senti fumare le orecchie, alla fine non senti più nessun sapore. se si usano sempre tutti i colori possibili dello spettro visibile per ogni decorazione alla fine non si ottiene ricchezza cromatica ma nausea e stordimento. se le giornate sono tutte lunghe uguali non ci rendiamo conto delle stagioni che cambiano. se le stagioni non cambiano mai, non ci rendiamo conto del tempo che passa. la musica è bella anche quando finisce, perchè ci lascia il tempo del silenzio e un vuoto da riempire con il suo ricordo, o con qualunque cosa ci passi per la testa. in un altro senso, è anche questione di molteplicità, la bellezza.
oggi sono cosi’ sereno perchè è una bella giornata: stamattina c’è uno splendido cielo plumbeo che nasconde il sole e una leggera brezza del mare che abbassa la percezione della temperatura da 36 a 34 gradi. almeno. secondo me all’alba ci poteva essere pure un accenno di nebbia. il pensiero mi rallegra, sorrido alla bruma. “niente può far male sotto tanto cielo blu“?