lessons form india

ghandi

15 agosto, giorno dell’indipendenza indiana (a pondicherry si festeggia il 16 perchè i francesi ci hanno messo un po’ più degli inglesi ad andarsene). tra tutte le cose che si potrebbero dire e che dallo scranno dove seggo non avrebbe molto senso ripetere, segnalo questo editoriale di india together. può sembrare un inno al più sfrenato liberismo, con tanto di citazione dell’ex presidente usa reagan. a guardare bene però, molti degli argomenti sono condivisibili, partendo dall’evidenza che se uno stato è troppo corrotto è meglio che ci sia meno stato nella vita dei cittadini per lasciare più spazio all’iniziativa privata. si specula sul fatto che questa sia una tendenza globale, gli stati hanno fatto molto, ma ora i cittadini sono più avanti delle istituzioni e si deve lasciar loro più spazio. mi viene in mente un altro paese dove questo potrebbe avere senso. in ogni caso, buona festa dell’indipendenza all’india.

no, non son la bbc

ma chi cazzo mi pensavo di essere, fenoglio? adesso la pianto e mi metto a scrivere un po’ in italiano. concentro qui quelle croste di narcisismo che non riesco a togliere dalla mia pelle. mi sono impegnato ad eliminarle da altre parti della mia vita, ma qui le lascio stare. è un po’ come uno che dichiarando di voler smettere di fumare assicura: “smetterò di fumare in tutte le stanze della casa tranne il cesso”. bella forza, e la chiamerebbe determinazione questa. no, siamo d’accordo. non ci assomiglia neppure. eppure…

è che non può essere sempre tutto uguale, per quanto bello si possa essere convinti che sia. un paradiso tropicale, dopo un po’ è solo un incubo di umido e zanzare. se si fanno i fuochi d’artificio tutte le sere per una qualunque festa di una qualunque divinità non sarà mai festa vera. se si mettono sempre tutte le spezie in ogni piatto fino a renderlo piccante che ti senti fumare le orecchie, alla fine non senti più nessun sapore. se si usano sempre tutti i colori possibili dello spettro visibile per ogni decorazione alla fine non si ottiene ricchezza cromatica ma nausea e stordimento. se le giornate sono tutte lunghe uguali non ci rendiamo conto delle stagioni che cambiano. se le stagioni non cambiano mai, non ci rendiamo conto del tempo che passa. la musica è bella anche quando finisce, perchè ci lascia il tempo del silenzio e un vuoto da riempire con il suo ricordo, o con qualunque cosa ci passi per la testa. in un altro senso, è anche questione di molteplicità, la bellezza.

oggi sono cosi’ sereno perchè è una bella giornata: stamattina c’è uno splendido cielo plumbeo che nasconde il sole e una leggera brezza del mare che abbassa la percezione della temperatura da 36 a 34 gradi. almeno. secondo me all’alba ci poteva essere pure un accenno di nebbia. il pensiero mi rallegra, sorrido alla bruma. “niente può far male sotto tanto cielo blu“?