podkasbaht, episodio 22. l’ultimo

questo è l’ultimo episodio di podkasbaht. non è neanche per il ritardo clamoroso con il quale ormai faccio gli episodi. le cose da dire non mancano e il tempo in realtà neppure. è proprio che è venuto il momento di cambiare. continuerò con un altro progetto, per adesso c’è solo qualche idea, vedremo cosa ne verrà fuori. e poi sto lasciando l’india, e con lei un pezzo importante di vita.

è vero che sono stato silente per vari mesi, ma non mi andava di chiudere podkasbaht senza un ultimo episodio e così, questo è venuto fuori come l’ultimo, come  quello dove volevo condensare tutte le cose non dette. sono un paio di episodi che sono successi negli ultimi mesi. non ero riuscito a parlarne prima, li ho lasciati lì a sedimentare, aspettando di riuscire a farne qualcosa. ecco cosa ne è venuto fuori. i due racconti stanno un po’ appicciati con lo sputo, si riferiscono a fatti realmente accaduti (come sempre) e nella fattispecie sono fatti dei quali non vado molto fiero e che mi creano qualche problemuccio. forse è per questo che non sono riuscito a parlarne prima. in ogni caso, se avete tempo da buttare, ascoltateli.

episodio 22. straniero

  un presepe nel garage

questo è l’ultimo episodio di podkasbaht. non è neanche per il ritardo clamoroso con il quale ormai faccio gli episodi. le cose da dire non mancano e il tempo in realtà neppure. è proprio che è venuto il momento di cambiare. continuerò con un altro progetto, per adesso c’è solo qualche idea, vedremo cosa ne verrà fuori. e poi sto lasciando l’india, e con lei un pezzo importante di vita.

è vero che sono stato silente per vari mesi, ma non mi andava di chiudere podkasbaht senza un ultimo episodio e così, questo è venuto fuori come l’ultimo, come  quello dove volevo condensare tutte le cose non dette. sono un paio di episodi che sono successi negli ultimi mesi. non ero riuscito a parlarne prima, li ho lasciati lì a sedimentare, aspettando di riuscire a farne qualcosa. ecco cosa ne è venuto fuori. i due racconti stanno un po’ appicciati con lo sputo, si riferiscono a fatti realmente accaduti (come sempre) e nella fattispecie sono fatti dei quali non vado molto fiero e che mi creano qualche problemuccio. forse è per questo che non sono riuscito a parlarne prima. in ogni caso, se avete tempo da buttare, ascoltateli. alcuni commenti:

  1. per la prima volta ho usato per metà musica da jamendo. la cosa non vi dirà nulla, ma per me è stato già un bel risultato. conto di migliorare in futuro con l’utilizzo di musica da piattaforme di questo genere.
  2. il riferimento a “birra e pannolini” al supermercato è un piccolo riconoscimento del mio passato: c’era un tempo nel quale studiavo algoritmi per trovare patter frequenti, regole associative e altra roba esoterica nascosta in grandi database. a chi chiedeva a cosa servisse tutto ciò, veniva detto che questi algoritmi permettevano di scoprire informazioni come: “il venerdi sera chi compra al supermercato pannolini comprerà anche birra”. ovviamente le applicazioni erano anche e soprattutto ben altre, ma questo era un esempio che per qualche strano motivo ricorreva spesso. almeno fino a quando non è venuto fuori che la storiella non era vera…
  3. l’ultima frase (accidenti a me) doveva essere una citazione da una lettera di san paolo (ai corinzi? o ai romani? mah!) ma non me la ricordavo abbastanza da metterla davvero. e poi alla fine non è che fosse ‘sta gran citazione. quindi niente, resta un po’ li appesa al nulla.

ecco, direi che questo è tutto. grazie a tutti quelli che mi hanno ascoltato. 

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